Due chiacchiere con… FEDERICA MERISIO

Bentornati sulle pagine di Pick and Basket!
Dopo qualche tempo torna la sezione Interviste del blog, con una chiacchierata avuta con una giovane giocatrice che in questo inizio stagione di A2 ad Empoli si sta rivelando una bellissima sorpresa, sempre in crescita nelle ultime gare, arrivando anche al suo career high di 20 punti scritto qualche partita fa contro La Spezia: Federica Merisio ci racconta la sua giovane carriera fin qui, vogliosa sempre più di migliorarsi, ma sempre col sorriso in faccia, come potrete leggere qui sotto!

  • Come è nata la passione per il basket e quali sono stati i tuoi esempi, che hai seguito maggiormente e che ti hanno ispirata?

La passione per la pallacanestro nasce grazie a mio fratello. Lui ha sempre giocato nella squadra del nostro paesino e andare a vederlo mi ha sempre affascinata. Ho provato tanti altri sport a dire la verità, ma quando mi decisi a provare basket, me ne innamorai subito.

  • Fin dalle giovanili, cresci in una delle società italiane più gloriose, al GEAS di Sesto San Giovanni: che ambiente hai trovato e quali sono i tuoi migliori ricordi del periodo delle giovanili?

Geas per me è sempre stata e sempre sarà casa. Ci sono cresciuta, a Sesto devo tutto. È un ambiente speciale. Ricordi importanti? Sono molti. Tutte le varie finali nazionali, concluse con medaglie o senza, sono ricordi indelebili. Le interzone, i tornei… ma banalmente anche i semplici allenamenti, i vari gruppi, le amicizie. Mi porto dentro tanto e per sempre la mia esperienza a Geas avrà un posto speciale nel cuore.

  • Sempre con il Geas, dopo poco, nella stagione 2018/2019, arrivano le prime partite in prima squadra, in A1: che emozioni hai provato e che ricordi hai di quelle prime partite tra le grandi? Qualche curiosità, magari divertente, da raccontarci, anche nel rapporto con le senatrici della squadra?

Non è facile mettere per iscritto le emozioni che ho provato all’esordio, ma posso dirti con sincerità che quando Cinzia mi chiamò effettivamente per il cambio mi alzai dalla panchina tremando! Ero terrorizzata, ma appena entrata ho mollato tutto ed è stato stupendo, indescrivibile, veramente. Il gruppo era splendido, le mie compagne erano felicissime per me e questo mi dava infinita serenità e sicurezza. Non mi hanno mai fatta sentire in disparte in quanto piccola, mi hanno sempre spronata e sostenuta.

  • Negli anni successivi entri in pianta stabile nella squadra di A1, al fianco di giocatrici, nel tuo ruolo, come Costanza Verona o Caterina Dotto: cosa pensi di avere imparato stando giorno per giorno a fianco di giocatrici così? E da chi pensi di essere riuscita a “rubare” più segreti, magari anche da qualche avversaria affrontata?

Quando mi hanno aggregata in pianta stabile con l’A1 ero felice e non vedevo l’ora di iniziare. Relazionarmi con giocatrici di quel calibro è sempre stato un sogno e quando Geas me ne ha dato la possibilità non potevo che essere contenta. Ero consapevole che nel mio piccolo dovevo fare ciò che sapevo fare senza forzare, facendo cose semplici. Come ho detto prima i gruppi dei vari anni mi hanno sempre accolta molto bene. Cate e Cocca? Prima di essere due giocatrici esemplari sono due persone fantastiche. Mi hanno dato tantissimo sotto ogni punto di vista, tecnico e umano.Cocca è magnifica, il suo gioco mi ha sempre affascinata: giovane, intraprendete, determinata… un esempio, davvero.

Con Cate ho stretto un rapporto bellissimo, mi ha aiutata tantissimo a livello personale, è stata un porto sicuro. Mi ha presa sotto braccio e mi ha aiutata a crescere, devo molto a tutte e due.

Ma non posso non citare anche Giulia Arturi, la capitana. Vivendo fin da piccina le partite di serie A con i colori rosso e nero nel cuore non potevo che prenderla d’ ispirazione.

Mi dilungo per scrivere anche di Elena Fietta. Ele è arrivata a metà stagione il mio ultimo anno al Geas e dirti che anche lei è stata un esempio è banale, ma è stata davvero così. Anche con lei ho un rapporto molto bello e forte, che coltivo giorno per giorno ancora oggi, anche se abbiamo intrapreso strade diverse. Se sto crescendo con determinati principi è perché persone come loro mi hanno accolta, fatta crescere e non mi hanno mai fatto mancare il loro senso di fiducia nei miei mezzi.

  • Dopo due stagioni di apprendistato a Sesto, arriva la chiamata dalla A2 di Empoli, squadra che ti permette di avere nella stagione diversi minuti in campo, in un campionato che sta crescendo sempre più di livello: quale è stato lo step più importante che hai dovuto affrontare lontana da “casa” per la prima volta?

Quando è arrivata la chiamata di Use ho colto subito la palla al balzo. Ho sempre sentito parlar bene di questa società e adesso che ne faccio parte non posso che dare conferma. È un bellissimo ambiente, direi familiare, che ti accoglie e ti tutela cercando da subito di non farti mancare niente. Non posso nasconderti però, che i primi mesi non sono stati facili. Era la mia prima esperienza lontana da casa, in un campionato nuovo, con nuove responsabilità. Non ero più “la giovane”, quella che doveva far gavetta, dovevo diventare a tutti gli effetti una giocatrice. Ci ho messo un attimo ad ambientarmi, a capire come e cosa mi fosse richiesto, ma una volta incanalata nel flusso della squadra e della società è stata un’annata speciale.

  • È cominciata da poco questa nuova stagione, la seconda ad Empoli, ma con responsabilità maggiori, che si riflettono in un aumento delle tue cifre sia in minuti che in punti, dimostrando sempre più feeling con le compagne: quali sono gli obiettivi che ti sei fissata per questa annata?

Obiettivi per quest’anno? Personalmente crescere. Continuare a crescere. Sono una ragazza molto ambiziosa, mi piace lavorare, mi piace allenarmi. Il mio unico obiettivo, lo dico da sempre, è cercare di diventare la giocatrice migliore che possa essere. Mi importa e ambisco nell’ arrivare il più lontano possibile, ma la cosa a cui tengo di più è allenarmi per cercare di essere la versione migliore di me, in modo da sentirmi soddisfatta un giorno. A livello di squadra ovviamente è vincere. Cercare di arrivare il più in alto possibile in un campionato che ha alzato il livello in modo esponenziale.

  • Usciamo dal campo ora e parliamo di Federica di tutti i giorni: quali sono le tue principali passioni fuori dal campo?

Fuori dal campo Federica è una ragazza semplice. Studio psicologia, amo gli animali, mi piace leggere. Sorrido e prendo la vita come viene.

  • L’intervista è completa, e ringraziandoti ancora per la tua disponibilità, hai la possibilità di lasciare un messaggio a chiunque tu voglia!

Un messaggio? Lo lascio a Ilaria Panzera e le dico di non impermalosirsi se non ho parlato di lei, d’altronde mi è sempre stata un po’ antipatica! Ovviamente scherzo, Panz, ti voglio bene e anche tu sei stata fondamentale!

E grazie mille a te, per davvero, per questa intervista. Ciao!