- Come è nata la tua passione per il basket e quali erano i tuoi idoli giovanili, ai quali ti sei ispirata?
Mio padre mi ha fatto conoscere il basket portando me e mio fratello in palestra per vederlo giocare, e da allora mi sono innamorata del gioco. Kevin Durant e Seimone Augustus sono quelli che amavo guardare giocare quando ero bambina e che mi hanno in qualche modo ispirata.
- Hai fatto un’ottima carriera al college, a VCU: che ricordi hai di quel periodo e quando hai iniziato a pensare ad una carriera fuori dagli Stati Uniti?
Ho molti ricordi di VCU sia dentro che fuori dal campo, e sono ricordi che porterò sempre con me. A dir la verità ho sempre pensato un giorno di poter e voler giocare all’estero, fin dai tempi dell’high school.
- Nei primi anni della tua carriera da professionista all’estero, hai giocato nel 2014 nel campionato spagnolo a Gran Canaria: che tipo di basket hai trovato lì? È stato difficile affrontare un gioco ed una mentalità completamente diversa da quella americana con cui sei cresciuta?
Mi è piaciuto molto giocare con Gran Canaria, e mi sono trovata fin da subito bene lì. Non ho trovato molte differenze, per me il basket non era molto diverso dal basket che giocavo in America, quindi sono stata in grado di adattarmi molto rapidamente e di avere una stagione di grande successo in Spagna.
- Dopo questo esordio spagnolo, diventi un’autentica giramondo del basket, andando di nuovo in Ungheria, Polonia, Angola e Spagna: cosa ti hanno lasciato queste esperienze e cosa hai ottenuto da ognuno di questi paesi così diversi tra loro?
Ogni paese mi ha lasciato qualcosa di diverso, ed ho usato tutte queste esperienze per crescere come giocatrice e come persona soprattutto.
- Nella stagione 2021/2022 arrivi in Italia, a Campobasso: conoscevi già l’Italia prima di arrivare? Cosa ti ha sorpreso di più, dentro e fuori dal campo, rispetto ad alcune tradizioni tipiche italiane?
Non conoscevo l’Italia, quella è stata la mia prima stagione, e non avevo assolutamente idea di cosa aspettarmi. Ho imparato però fin da subito ad amare tutto dell’Italia. Le persone sono fantastiche, il cibo è ottimo e il paese nel complesso è semplicemente fantastico.
- Hai qualche ricordo particolare di questi due anni in Italia, magari qualche episodio con una tua compagna di squadra, o qualcosa che ti fa dire “alla fine sono un po’ italiana”?
Ho tanti ricordi legati a queste due stagioni, ed è difficile scegliere. Ma ciò che ricordo con maggior piacere è l’affetto che mi hanno dimostrato i tifosi di Campobasso: mi hanno fatta sentire una di loro, una italiana in tutto e per tutto.
- Dopo anni trascorsi all’estero, come pensi di aver migliorato il tuo gioco? Che tipo di giocatrice eri prima e come ti giudichi adesso, dopo aver assorbito al massimo il basket mondiale?
Penso di aver sviluppato enormemente il mio gioco da quando gioco all’estero. Sono sicura che giocare tutte queste partite mi ha aiutata parecchio a crescere, ma il vero motivo per cui sono stata in grado di migliorare il mio gioco è grazie ai miei allenatori in America. In questo momento, mi vedo come una giocatrice totale, che può fare tutto sul campo per aiutare la squadra.
- Da queste esperienze in giro per il mondo, che consiglio daresti ad una giovane ragazza che avrà l’opportunità di giocare all’estero?
Potrei solo dirle di continuare a lavorare sodo e di non rinunciare mai ai propri sogni.
- Ora, ti aspetta una bella esperienza durante il training camp delle Chicago Sky, per trovare un posto in WNBA (NB: poi ottenuto, diventando parte del roster 2023 delle Sky): quali sono le tue aspettative e cosa pensi di portare in una squadra di questo livello?
Non ho aspettative. E tutto ciò di cui l’allenatore e la squadra avranno bisogno da me, sarà quello che ho intenzione di portare, senza ombra di dubbio.
- Uscendo dal campo, cosa ci racconti di Robyn quando non è impegnata con allenamenti o partite? Cosa ti piace fare nel tuo tempo libero? Hai qualche passione che stai cercando di alimentare non appena hai tempo?
Fuori dal campo sono una persona davvero tranquilla e semplice, che ama ascoltare musica, stare con la famiglia e giocare a Call Of Duty sulla mia Xbox.
- L’intervista è terminata e ringraziandoti ancora, hai la possibilità di lasciare un messaggio a chi vuoi!
Voglio solo dire grazie a tutti i miei sostenitori: ragazzi, siete fantastici e vi sono sempre grata per il vostro affetto che mi dimostrate.
My dad introduced me to basketball by taking me and my brother to the gym to watch him play, I’ve been in love with the game ever since. Kevin Durant and Seimone Augustus are who I loved watching play when I was a kid .