Due chiacchiere con… BENEDETTA BAGNARA

Nuovo appuntamento col basket in rosa, e questa volta tocca a Benedetta “Beba” Bagnara, giocatrice classe 1987 reduce da una vittoria nello spareggio per la permanenza in Serie A della sua Vigarano, vinto con un suo exploit durante l’overtime con una serie di triple che hanno spezzato i sogni di una Faenza mai doma. Ci racconta anche questa partita in questa intervista, che vi consiglio di leggere!

  • Come e quando hai cominciato a giocare a basket? Cosa ti ha colpito subito di questo sport rispetto agli altri?

Avevo 10 anni e facevo tantissimi sport, alle elementari ero la più alta di tutti i miei compagni, presa in giro spesso dai maschietti! Così sapendo che giocavano tutti a basket nel palazzetto della mia città ho deciso di iniziare anche io per vendicarmi e farmi rispettare: ho provato ed è ciò che è avvenuto, ma dopo questo inizio per “vendetta”, mi sono innamorata subito e completamente della palla a spicchi.

  • Cosa ci racconti dei tuoi inizi e dei tuoi ricordi più belli, quando hai capito piano piano di poter fare di questa passione il tuo “lavoro”? Quali sono stati i giocatori o giocatrici che ti hanno ispirata maggiormente?

A 15 anni ho avuto la chiamata da Reggio Emilia che quegli anni militava in Serie A, ed assieme alla mia famiglia e al mio allenatore Dario Bellandi abbiamo deciso di provare questa esperienza, cambiando scuola, dedicandomi poi completamente alla pallacanestro. L’insegnamento della mia famiglia e la determinazione che avevo sono stati fondamentali per fare questo passo, e sono stati talmente forti da spingermi a poter provare qualsiasi cosa, insieme al grande amore e al grande entusiasmo verso questo sport. Lì ho vissuto gli anni di “apprendistato”, per poter capire se potessi inseguire il mio sogno, e così è stato. Ringrazio anche Lollo Serventi, che mi ha portato ai massimi livelli, con duro lavoro, allenamenti e sacrifici. Il ricordo più bello di quei tre anni a Reggio Emilia è stata la finale nazionale a Jesolo Under 18. Non me la scorderò mai.

  • Cosa ha rappresentato per te il basket da giovane e cosa rappresenta ora dopo tutti questi anni ai più alti livelli? 

Quando sei più giovane lo vivi come una conquista continua, con miglioramenti da qualsiasi punto di vista, mentale e tecnico, hai una marea di sogni da realizzare, tra cui la Serie A, la nazionale, insomma pensi spesso di diventare una campionessa, e ti senti invincibile. Sono riuscita a vivere quel periodo sempre con il sorriso e con tanto entusiasmo. Non stai a guardare niente fuorché l’amore per il basket. Quando cresci è diverso, con magari i primi infortuni, le prime difficoltà, i primi pensieri, inizi ad avere un ruolo specifico nelle squadra perché il livello si alza. Ma tutto questo non cambia nulla circa il metodo, la voglia e la passione nell’allenamento e nella ricerca del migliorarsi sempre. Queste sono cose che hai dentro, e giovane o avanti nella carriera che sia, nessuno la può togliere.

  • Negli ultimi anni, abbiamo assistito alla partenza di molte ragazze verso gli Stati Uniti per potersi migliorare nella patria del basket, confrontandosi con una realtà ben diversa da quella italiana ed europea: è una scelta che avresti fatto tu da giovane? In cosa pensi possa aiutare l’intero movimento nazionale questo esodo di giovani talenti?

Si, ho visto che tantissime giovani sono partite per gli Stati Uniti: per quanto riguarda me a 17 anni ho avuto due chiamate, uno dal college di Miami e una dal college di Boston. Non andai ai tempi, perché volevo completare il mio percorso ed arrivare a giocarmela in Serie A e in Nazionale. Guardando indietro, ora come ora probabilmente sarei andata, visto che penso sia un’esperienza di vita pazzesca, con stile e ritmi di vita diversi.

  • Parlando di nazionale, anche tu nella tua carriera sei stata convocata e hai avuto modo di portare alto l’onore dell’Italia nel mondo, vincendo anche l’oro ai Giochi del Mediterraneo: che esperienza è stata quella e che emozioni ti ha dato indossare una maglia che rappresenta un intero paese?

La medaglia d’oro vinta ai Giochi del Mediterraneo è stata un’emozione unica, avevamo una grande squadra e l’evento è stato pazzesco, come una mini olimpiade! Indossare la maglia del tuo paese è un brivido pazzesco, ogni volta che la mettevo ricordo proprio una tale emozione da accendere un grande fuoco e una grande carica emotiva.

  • Nella tua carriera in serie A hai avuto modo di viaggiare parecchio e di provare varie esperienze: come ti ha migliorata questo conoscere sempre nuovi posti e realtà? C’è qualcosa che ti porti dentro dalle varie esperienze e dalle diverse città in cui hai giocato?

Ho viaggiato tanto nella mia carriera, ho cambiato molte città, in cui conosci tanta gente, con mentalità differenti, e ti devi adattare. Lasci amicizie e ne incontri delle nuove, ma ti accorgi quali sono quelle vere ed importanti perché rimangono. E io porto dentro tutto questo. Le poche persone vere, le amicizie vere e anche gli amori veri, insieme a tutto ciò che di bello e di buono mi trasmettono.

  • Dovessi scegliere un tuo quintetto formato da tue compagne di squadra avute negli anni, chi convocheresti e perché?

In verità avrei più di un quintetto, farei una squadra completa perché è ciò che conta, una squadra in primis di persone poi di giocatrici con grande passione. La squadra che ho davvero amato è stata quella di Lucca della semifinale contro Taranto, nella stagione 2011/12, arrivata fino a gara 5.

  • Da pochi giorni hai terminato la stagione con lo spareggio salvezza che ha visto la tua Vigarano affrontare Faenza in una gara tosta risolta solo ai supplementari, dei quali sei stata assoluta protagonista con delle bombe che hanno spaccato la partita nel finale: cosa ci racconti di quella partita e delle sue emozioni?

Eh che dire, noi a Vigarano abbiamo avuto un’annata molto complicata e difficile, con l’infortunio della straniera più forte ed in più l’americana che ha deciso di andarsene. Però non abbiamo mai mollato e alla fine ci siamo salvate. La partita sembrava una finale in realtà perché c’era tantissima gente e tantissimo calore in quel palazzetto, è stata una partita assurda, difficile, ho avuto brutte emozioni all’inizio, non riuscivo a sbloccarmi. Poi le mie compagne hanno dato dei segnali, avevano bisogno di me, e non potevo finire una partita in quel modo, mollando proprio in quel momento. Così mi sono svegliata dal mio incubo e ho capito che dovevo reagire, e per fortuna cosi è stato con quel supplementare emozionante! Faenza davvero pazzesca, giocatrici di qualità e  con una Simona Ballardini magnifica, allenatrice e giocatrice. Quello che ha fatto con tanto cuore è davvero bello e fantastico per la sua città.

  • Partita che hai terminato con le lacrime di gioia per il risultato e che hanno mostrato a tutti la voglia di vincere e l’importanza di quella partita per te: c’e’ qualcuno in particolare al quale vuoi dedicare quei supplementari e che magari hai avuto subito in mente in quello sfogo così bello da vedere in TV? 

Diciamo che le lacrime a fine partita sono state segno di gioia si ovvio, ma ho buttato fuori tutta la tensione accumulata nell’anno e soprattutto la rabbia dei play out. È stata una vera e propria liberazione. Il momento dei supplementari lo dedico al mio ragazzo, Marco Modolo, che era lì a sostenermi assieme ad una mia amica speciale: lui non ha mai smesso di credere in me e mi ha sempre sostenuta. Poi alla mia famiglia, da mio papá che è una forza della natura, fino a mia mamma e ai miei nonni, che mi trasmettono sempre un grande amore per qualsiasi cosa io faccia.

  • Lasciando da parte la Beba giocatrice, cosa ci racconti della tua vita fuori dal campo? Riesci a dedicarti a qualche passione in particolare tra un allenamento ed una partita?

Fuori dal campo ho tante passioni, sono Personal Trainer e quando posso soprattutto d’estate cerco di mettere in pratica quello che ho imparato aiutando le persone che hanno voglia di sudare e faticare un pò. Poi il resto si vedrà!

  • L’intervista è finita, e ringraziandoti per la grande disponibilità e come prassi del blog, hai la possibilità di lasciare un tuo messaggio a chiunque tu voglia! In bocca al lupo per tutto il tuo futuro!

Voglio lasciare un messaggio a tutte le giovani che iniziano a capire di poter intraprendere la carriera da giocatrice: siate umili, lavorate tanto, con serenità e passione per questo sport, regole e sacrificio. Siate sempre voi stesse. Testa cuore e gambe!

Viva il lupo!!!!

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